Resoconto del Consiglio comunale del 27/4/2018
Quasi tutta la prima parte del Consiglio comunale del 27 Aprile scorso è stata dedicata alla mozione presentata dal Movimento 5 stelle per sfiduciare politicamente il Direttore dell’area vasta sanitaria per la gestione “fallimentare” del Carlo Urbani. Toni e metodi grillini, ma la sostanza è che senza un’inversione di rotta il Carlo Urbani rischia il declino. La mozione è stata tuttavia bocciata dalla maggioranza, che l’ha voluta sostituire con una risoluzione con un approccio meno netto, sebbene ancor più critica nei confronti della Regione. Che avremmo comunque votato come Jesi in comune se non avessero preteso un testo a loro immagine e somiglianza. In effetti avevamo scritto un emendamento nel quale all’Asur, tra le molte altre cose, si chiedeva anche “la piena applicazione della legge 194”. Stop. Ma così alla maggioranza non andava bene.
Non c’è stato tempo di discutere le restanti mozioni, e quindi sono saltate le nostre due, rispettivamente sull’adesione all’appello del Gruppo solidarietà per la qualità nei servizi socio-sanitari (che vi invitiamo a sottoscrivere: www.grusol.it) e, la seconda, per l’introduzione dell’esenzione dal pagamento dei parcheggi cittadini a favore delle persone disabili.
Le delibere portate all’approvazione dall’amministrazione riguadano il PEBA, una variante al PRG, il rendiconto di esercizio, il regolamento sul gioco d’azzardo, la modifica dello statuto di Jesiservizi nonché la cessione di alcuni immobili alla medesima società. Il PEBA (Piano di abbattimento delle barriere architettoniche) è ancora piuttosto circoscritto perché il grosso del lavoro di ricognizione già svolto riguarda soltanto le scuole, e soprattutto è ancora tutto da applicare “su strada” e nelle teste (ce ne vorrà di tempo, per entrambe le cose), ma rappresenta comunque un passo significativo ed importante che attendevamo da anni.
Al contrario, non abbiamo apprezzato la nuova versione del regolamento comunale sul gioco d’azzardo, che a nostro credere è stata peggiorata rispetto alla precedente, sia per la riduzione dell’elenco dei luoghi tutelati dal “distanziometro”, sia soprattutto per l’ampliamento di fatto degli orari dei locali in cui funzionano le macchientte. In questa maniera il Comune accoglie le pressioni delle associazioni degli esercenti. L’amministrazione avrebbe dovuto prima ascoltare tutti, poi decidere interpretando l’interesse pubblico e portando gli atti all’approvazione con un’istruttoria completa. Invece prima si fa bella di decisioni draconiane, poi cala le braghe per venire incontro agli interessi di chi alza la voce e per fare bella figura coi propri elettori. In tutto ciò onore al merito al Circolo Arci di Minonna, che ha deciso autonomamente di eliminare subito le macchinette mangiasoldi quando ci si è resi conto dei danni a carico di persone e famiglie.
Sul rendiconto di esercizio sia noi che il PD abbiamo chiesto chiarimenti puntuali, ottenendo risposte in linea di massima soddisfacenti. Rimane qualche dubbio sulla capacità del Comune di recuperare i crediti, mentre parallelamente aumenta la pressione fiscale in senso lato (Tari, sanzioni per violazioni del codice della strada, introduzione della tassa di soggiorno…). Ma soprattutto noi di J*ic abbiamo una diversa visione delle priorità, per esempio perché gli interventi in campo culturale sono presi in considerazione in via soltanto residuale e perché non è affatto vero che le politiche sociali sono state tutelate dai tagli, come continuano a ripetere Sindaco, assessori ed esponenti della maggioranza (per i numeri vedi le nostre vecchie prese di posizione, per esempio qui https://www.jesiincomune.it/sociale-mica-tanto/ , o anche qui https://www.jesiincomune.it/forbici/ ) .
Con la modifica dello Statuto approvata – a maggioranza – in occasione di questo Consiglio comunale, Jesiservizi amplia l’oggetto sociale per assumere una serie infinita di nuove competenze, che vanno dai cimiteri alla gestione delle telecamere, dalla riscossione delle tariffe dei parcheggi all’allestimento di fiere e feste. Il che, sia detto per inciso, conferma che in occasione del cenone di Capodanno, come avevamo evidenziato, Jesiservizi ha svolto attività fino ad oggi estranee al proprio oggetto sociale, e per giunta lo ha fatto per conto di un’associazione privata.
Ha un bel dire il Sindaco che non cambia nulla perché la società è sotto controllo pubblico. Non prende in considerazione (o fa finta) le differenze giuridiche, ma non solo, che ci sono tra una gestione in forme privatistiche e la gestione pubblica, in termini di trattamento dei lavoratori, trasparenza degli atti e partecipazione alle decisioni, controllo e tutela da abusi e dall’influenza di interessi indebiiti e via così discorrendo. Sarà il caso di rispiegare che differenza c’è tra il Comune e un’azienda? Tra un servizio pubblico ed un’attività economica privata?
E infatti Jesiservizi viene usata per risolvere un’altra pratica, quella della STU in liquidazione. Jesiservizi, anche indebitandosi (e non dimentichiamo che i servizi svolti dalla partecipata – mense, raccolta rifiuti ecc. – sono pagati da cittadini e famiglie…) acquista dei beni immobili dalla STU per permettere di chiudere la liquidazione. Queste immobilizzazioni concentrate sul Campo boario allontanano sempre più l’emancipazione del quartiere dall’attività di raccolta differenziata dei rifiuti. Attività che viene svolta presso il centro ambiente, su cui si accentrerà la base logistica di Jesiservizi; ciò contribuirà ad impedire per molti anni ancora l’inversione della tendenza che ad oggi porta sempre più a considerare San Giuseppe come la serie B della città.
Infine la variante al piano regolatore. Del discutibile ripescaggio dell’Asse nord (tra detto e non detto) si è già parlato in un altro post ( https://www.jesiincomune.it/toh-chi-si-rivede-lasse-nord/ ). Ma è tutta la variante che è ispirata ad una visione discutibile, più frammentaria che progettuale. Già il titolo è fuorviante: “revisione del margine nord”, come fosse un intervento organico, quando in realtà si tratta di modifiche al PRG che vengono incontro ad interessi particolari. La filosofia, come spesso è accaduto in questi anni, è accontentare qua e là, aumentando parcheggi e possibilità di costruire. Se dall’intervento scorporiamo le frazioni, presso le quali si riduce il consumo di suolo perché sempre meno appetibili, e si considera soltanto la città, si può ben vedere che la variante consente almeno una dozzina di nuovi appartamenti, senza considerare tutta la zona di via San Marcello e l’ulteriore incremento possibile col Piano casa regionale. Inoltre aree agricole ed aree verdi lasciano il posto a parcheggi in via Tornabrocco, via Sicilia e via La Malfa
Dei due parcheggi uno è troppo lontano dall’ospedale, almeno per le persone anziane e malate, per rappresentare una risposta seria alla carenza di posti presso il nosocomio. Il secondo riguarda il cimitero ed è frutto di una permuta con una area vicina (forse anche troppo vicina, visto il vincolo di inedificabilità che caratterizza l’area).
La vera urgenza è il bypass che permetterebbe di evitare l’attraversamento dell’area cimiteriale da parte delle vetture dirette verso Santa Lucia e Monsano. Ma essendo di realizzazione più complicata è ancora di là da venire.
Di tutte le maggioranze, ma di questa in particolare, di tutti i sindaci, ma di questo in particolare, quel che appare più evidente è quella certa miopia di chi pensa di poter risolvere l’ignoranza del futuro attraverso il collasso sul presente.
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Samuele Animali