Verde, sanità, lavori pubblici ma soprattutto Statuto. Il Consiglio del 25 Luglio

07 Agosto 2019 / By Samuele Animali
Report del Consiglio comunale del 25 Luglio 2019

Convocato sia come Consiglio comunale ordinario che come Consiglio aperto quello del 25 Luglio è stato uno dei più impegnativi degli ultimi anni. Due gli argomenti cardine: la riforma dello Statuto comunale e la discussione sul biodigestore. Per regolamento niente interrogazioni insieme allo Statuto, ma prima di arrivare al cluou sono state discusse sia mozioni che delibere.

La prima mozione di Jesi in comune, rinviata in occasione del consiglio precedente, è stata accolta senza essere discussa. Nel tempo trascorso tra le due sedute il sito internet del Comune è stato aggiornato ed ora sono presenti anche i verbali delle Commissioni e dei Consigli, sia pure senza particolari indicizzazioni per argomenti.

Le due mozioni presentate dalla consigliera Lancioni rigurdavano rispettivamente l’isituzione di un tavolo di monitoraggio sulla salute e la manutenzione del verde pubblico.

Al di là del merito largamente condivisibile, la cosa sempre buffa da constatare è quanto il tratto distintivo di questa amministrazione sia proprio la coda di paglia. Prima di approvare una qualsiasi presa di posizione altrui, anche la più ragionevole ed inoffensiva, la maggioranza pretende che venga introdotto un passaggio scritto di lode sperticata per Sindaco & Co., anche a costo di alterare in maniera ridicola gli atti in dicussione.

Curioso anche il siparietto del Sindaco che ci ha tenuto a far notare come l’abbattimento degli alberi serva ad evitare guai peggiori in caso di maltempo. Polemica rivolta verso Jesi in Comune, che più volte è tornata sull’argomento a difesa del verde pubblico, tra l’altro organizzando un’incontro di approfondimento (che ha visto anche la partecipazione molto apprezzata dell’assessora all’ambiente). Due cose chiediamo: l’applicazione della legge 10 e una corretta gestione del verde. Che serve a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, oltre che ad evitare proprio i danni paventati in occasione dei ricorrenti episodi di maltempo. Che poi in casi come via Mugnai e altri gli alberi vengono abbattuti, o vergognosamente capitozzati, senza nemmeno la scusa della malattia. Auguriamo al Sindaco di diventare presto il primo cittadino di qualche villaggio nel deserto del Sahara: lì c’è meno pericolo che cadano i rami.  Premio Attila, per lui, meritato e confermato dalle sue stesse parole.

La discussione di 4 pratiche “di bilancio” è risultata piuttosto compressa (assestamentoo, salvaguardia degli equilibri, verifica stato di attuazione del bilancio, approvazione del DUP, integrazione del programma triennale dei lavori pubblici). (sarà avviata la manutenzione di strade “su cui non si interviene da tempo”: quindi, per utilizzare un’espressione cara a questa amministrazione, la colpa è sicuramente “di chi c’era prima”; ma chi c’era prima della giunta Bacci e ha fatto rovinare le strade? e già, Bacci stesso versione 2012/2017…)

Merita comunque un commento la questione del calo demografico costante cui va incontro la città di Jesi negli ultimi anni. Il Sindaco (naturalmente) rovescia la colpa su politiche nazionali e regionali e sulla consgiuntura economica, e per non farsi mancare niente anche su chi c’è stato prima di lui (..e allora il PD 🙂 ); ma bontà sua riconosce che la situazione è preoccupante. Capiamoci.  Il calo demografico non è di per sé una sciagura. Il problema è essere di meno con negozi chiusi, aziende chiuse, zone della città disabitate, giovani che emigrano. Cioè in ciò che viene evidenziato dalla connessione tra demografia ed economia (ma potremmo aggiungere cultura ecc.). Ci sono città che hanno scelto di non crescere perché questo poteva portare dei vantaggi (non vorrei sbagliare, penso a Pesaro per esempio). Oppure, come è successo in passato a Jesi, le persone emigrano perché la città è “appetibile”, i prezzi delle case aumentano e si sceglie di non espandersi per non mettere in discussione degli equlibri ritenuti virtuosi. Oggi il calo demografico non sembra una scelta, ma la conseguenza della progressiva liquidazione di una città che sta lentamente ridiventando paese da molti punti di vista, ben al di là di quanto manifesti il semplice calo demografico. Occorrerebbe una riflessione meno … liquidatoria e di quella volta ad attribuire le “colpe” a congiunture o politiche economiche locali e/o nazionali. In questi anni altre città hanno saputo mantenersi attrattive mentre Jesi sta ridiventando paese.

Una parte importante del Consiglio, come detto, è stata dedicata al dibattito aperto sulla ipotesi di realizzazione del biodigestore a Jesi, ma se ne riparlerà nel Consiglio successivo, per cui conviene impostare un discorso unico.

Infine lo Statuto. La maggioranza ha voluto forzare la mano e non c’è stato verso. Da parte di Jesi in Comune, ma più o meno anche dal resto dell’opposizione, si era proposto di approfondire la parte della riforma dello Statuto riguardante gli istituti di partecipazione, per la quale si stava profilando la possibilità di un compromesso magari attraverso un ulteriore passaggio pubblico, stralciando la sostituzione dell’art. 4 con il nuovo articolo 1, per la quale alle perplessità nostre si sono aggiunte quelle di parte preponderante dei cittadini e associazioni che hanno animato la fase partecipativa (che l’abbiamo chiesto a fare se poi i pareri espressi dalla società civile non sono stati tenuti in considerzione…?).

E’ finita che la testardaggine di voler approvare subito una riforma troppo acerba e ideologica per essere accettata come un nuovo “patto” fondativo per la città ha prodotto la necessità di procedere fin oltre le 3 di notte, a colpi di emendamento (una quarantina in tutto), per la maggior parte bocciati e tacciati di intenti ostruzionistici. E’ finita che la riforma è stata discussa e votata alla chetichella, d’estate quando la gente è in vacanza e di notte quando la gente dorme, senza che vi fosse alcuna urgenza, per la precisa volontà di approfittare di un percorso nato per aggiornare lo Statuto alle novità normative e che invece è stato usato per rileggere la storia della città secondo la visione degli attuali occupanti degli uffici di Piazza Indipendenza e dei loro accoliti. Ignorando quanto emerso dalla fase partecipativa, peraltro gestita in maniera largamente opinabile.

Data la mole di materiale prodotto nel tempo e portato in Consiglio non è smplice scendere nel merito nello spazio consono ad un blog. L’invito è a i rileggere quanto ripetutamente posto su facebook in questi giorni nella pagina di Jesi in comune o ancora meglio e più oggettivamente ascoltare dalle vive voci il dibattito svoltosi in Consiglio comunale (lo trovate qui: https://webtv.comune.jesi.an.it/live22-Consiglio-Comunale.html )

In questa sede giusto qualche spigolatura.

Coda di paglia: nell’istruttoria abbiamo trovato scritto che la Commissione 1 “ha votato ed espresso parere favorevole”. Senonché in Commissione non si vota mai. Clausola di stile, si difende il Presidente del Consiglio. Senonché compare solo in questo atto. In verità non avendo altri argomenti e come già successo in precedenza, la maggioranza non trova di meglio che lamentarsi per il mutato atteggiamento dell’opposizone. Lo confermano poi molti degli interventi successivi, tra cui si distinguono per petulanza e sfrontatezza, ed anche per un certo livore, il Sindaco e il capogruppo di Jesiamo e sul punto lo stesso Presidente del Consiglio.

“Positiva convivenza”. Così c’è scritto su quello che diventerà lo Statuto.  Che vorrà dire? Forse convivenza civile e democratica? E allora perché non scriverlo direttamente. Quasi tutto quanto è stato aggiunto è improntato ad estrema genericità, talvolta ambiguità. Questo stile è voluto? E’ conseguenza di scarsa chiarezza o concordia di idee o della volontà di aprire lo Statuto ad interpretazioni nuove?

Aggiunte. Su una cosa la maggioranza ha ragione. Quasi tutto quel che c’era nel documento originario è stato riportato nel nuovo, sia pure con significative e talvolta preoccupanti modifiche. E’ quel che è stato aggiunto che ci proeoccupa. Anzi, una cosa è stata tolta. Nell’attuale Statuto c’è scritto che il Comune finalizza la sua azione a “promuovere la solidarietà della comunità locale favorendo l’espressione dell’identità culturale e la partecipazione di minoranze etniche e religiose presenti nel territorio; realizzando politiche ed iniziative di accoglienza e di riconoscimento dei diritti in favore degli stranieri immigrati, esuli, rifugiati politici e nomadi, in collaborazione con enti e associazioni del volontariato”. Ecco, questo riferimento all’accoglienza non c’è più.

Uniti nella diversità. E poi “superare le divisioni del passato”. Anche sulle divisioni passato, sulla volontà e capacità di distinguere le orgini della democrazia liberale in cui viviamo negli apporti di forse politiche e sociali tra loro diverse e spesso contrapposte, piaccia o meno (a qualcuno evidentmente non piace…), è stata edificata la nostra Costituzione. Che mi sta a significare che queste differenze vogliamo eliminarle?

Falsa uguaglianza. Nel nostro nuovo Statuto ci saranno una serie di passaggi in cui si condananno “tutte le ideologie” indistintamente (ma non è anche in nome di qualche ideologia se ci siamo libertati dal fascismo e  abbiamo questa Costituzione?) ma in particolare qualle che hanno agito in nome di una falsa uguaglianza (?).

Degrado morale. Nella sua nuova formulazione lo Statuto esprimerà una condanna del “degrado morale”.  E che cos’è questo degrado morale, chi lo definisce? Quali valori e principi prendiamo a riferimento per definire il degrado, cosa su cui la Costituzione stessa non si addentra affatto. Dove la piazziamo la soglia di questo degrado?

Comunismo. “Comunismo e marxismo è dimostrato in tutto il mondo che sono stati fallimentari oltre il fascismo, a quest’ora poi”. Così la capogruppo di Patto per Jesi consigliera Elezi a chi faceva notare che le diverse ideologie non debbono essere messe sullo stesso piano, non fosse altro perché i comunisti hanno contribuito alla lotta di liberazione, a scrivere la Costituzione italiana ed a regegre il paese in momenti difficili, mentre alcuni partiti di ispirazione marxista hanno legittimamente partecipato e partecipano alla vita politica ed istituzionale italiana. Mentre l’apologia di fascismo è, fino a prova contraria (sic!) un reato.

Consiglio delle donne. Non c’è. Si farà, ma nello Statuto no, non ci va messo. Perché dev’essere più simile ad una consulta. La consulta del turismo, la consulta della pace… E’ così difficile comprendere la differenza?

Forum. Il ripetuto commento di esponenti della maggioranza è: tanto ci sono le assemblee pubbliche. Certamente i forum non verranno apprezzati finché verranno organizzati dall’amministrazione sotto forma di spot pubblicitari. Per questo abbiamo proposto di riportarli a quella che era la loro specifictà, e cioè dei momenti di confronto istituzionalizzati  ma organizzati e condotti da istituzioni distinte dall’amministrazione. La nostra proposta era affidarli alla direzione della Commissione di garanzia. Proposta bocciata naturalmente. E non se ne potranno fare più di 2 per anno.

Consigli di quartiere. Non ci saranno. Ci saranno dei comitati di quartiere. La differenza? I primi sono istituzioni che avrebbero dovuto avere una loro rappresentatività. I secondi saranno formazioni semi-spontanee non ancora ben definite ma selezionate e promosse dall’amministrazione che, per esperienza pregressa a cui ci si riallaccia, talvolta possono tornare utili come comitati elettorali.

Città regia. Manco a dirlo di qui in avanti la nostra identità culturale sarà rappresentata dalla città regia. “Sarà un volano per il turismo” dicono per giustificarsi. Se fosse una questione di turismo che bisogno c’è di metterla nello Statuto? E se invece è una questione di “titoli gloriosi” (?) che sono “elemento di coesione” per  “l’identità culturale” e il modo migliore con cui la comunità si fa conoscere allora perché andare a pesacare qualcasa di così lontano nel tempo e di così aleatorio nella sua aura di leggenda come se prima e dopo non ci fosse la (vera) storia della città?

Ambasciatore di Jesi. Non si è capito bene che cosa sia, ma ora ce l’abbiamo per statuto. Dovessimo dichiarare guerra, che so, a Fabriano… 😉

E si potrebbe continuare…

JESI / STATUTO E BIODIGESTORE, LE OPPOSIZIONI: «NO A DISCUSSIONE FRETTOLOSA»

JESI / STATUTO: LA DISCUSSIONE FINISCE ALLE 3 DI NOTTE, SIAMO “CITTÀ REGIA”

https://www.qdmnotizie.it/jesi-statuto-comunale-lavori-sospesi-lopposizione-lascia-laula-del-consiglio/

https://www.qdmnotizie.it/jesi-statuto-citta-regia-e-partecipazione-accendono-il-dibattito/

https://www.leggopassword.it/nuovo-statuto-comunale-jesi-in-comune-non-chiare-le-intenzioni-dellamministrazione/

Jesi, la modifica dello Statuto si riprende la scena

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