Damnatio memorie

02 Agosto 2020 / By Samuele Animali
Una decina di anni fa furono elaborate  e pubblicate alcune ipotesi progettuali sui luoghi dello sport e del tempo libero in città, tra le quali il nuovo palascherma al Cardinaletti. Ma nessuno sembra ricordarsene.

Durante l’ultimo Consiglio comunale (30 Luglio 2020) l’amministrazione ha annunciato che sarà costruito un nuovo palascherma nell’area del palasport. Jesi in comune ha ricordato che esisteva già un lavoro, preliminare ma piuttosto articolato, nel quale si prospettava, tra l’altro, questa ipotesi.

Gelo dai banchi dell’amministrazione. Assessori competenti non pervenuti. Nella replica (irrituale) alle proprie comunicazioni il Sindaco dichiara in maniera un po’ polemica: “Non so di quale progetto si parli, io di progetti non ho trovato assolutamente nulla… non ho mai visto un progetto per il palascherma” (tutto registrato nel video del Consiglio comunale).

In realtà le ipotesi erano due. Una prevedeva l’ampliamento del palazzetto esistente:

L’altra, appunto,la realizzazione di un nuovo palascherma in via del Burrone, dietro all’attuale polisportivo Cardinaletti, nell’ambito di un più ampio studio per realizzare una “cittadella dello sport”:

Di questa cosa che ufficialmente non sarebbe mai esistita si trova invece abbondantemente traccia nel volume (pubblicato nel 2012) “Ripensare i luoghi dello sport e del tempo libero. Riappropriazione socio-culturale dell’identità locale. Il caso-studio di Jesi”. Un lavoro finanziato dal comune di Jesi, realizzato dall’Università di Ancona e dimenticato in qualche cassetto.

In effetti non dovrebbe esistere nemmeno questa cosa qua, che è la presentazione del progetto. Eravamo nel pieno della campagna elettorale che ha segnato il debutto dell’attuale amministrazione.

Jesi, i luoghi del tempo libero e dello sport

In Consiglio comunale il Sindaco aggiunge, in maniera forse un poco iperbolica, che nel 2012 non hanno trovato proprio “niente”. Il problema è che l’amministrazione, nell’ansia di segnare una “svolta”, ha dovuto affidarsi ad una narrazione per cui nel 2012 è sostanzialmente intervenuta sulla “macerie” lasciate dall’amministrazione precedente. Naturalmente così non è, perché nel bene e nel male sempre si è costretti a lavorare sulla base di quello che è già stato impostato. Solo per fare qualche esempio  si potrebbe parlare, per quanto riguarda i lavori, a Piazza Colocci, Piazza Pergolesi, il Corso. Ma anche di lavori mai portati a termine o mai iniziati, come le carcerette, Sant’Agostino, San Martino. Oppure di creature già esistenti di cui ci si è appropriati talvolta con profitto di immagine, come progetto Jesi o Asp, tal altra meno come la questione Campus boario-Torre Erap.

A proposito di impianti sportivi, in particolare, sembra esserci stata una volontà di fare tabula rasa.  Ricordo per esempio che poco prima dell’inopinata vittoria dei civici era stato prodotto uno studio per costituire una “fondazione per lo sport” (che forse sarebbe abortita comunque) e che fu portata a termine una ricognizione delle strutture e delle gestioni degli impianti per arrivare ad una revisione sistematica del tutto in vista della necessità di manutenzioni piuttosto urgenti. Anche quella è finita nel dimenticatoio, per quanto di lì a poco sarebbe andato in porto almeno il progetto di Jesi città europea dello sport 2014 che su questi asset ha fatto ampiamente leva.

https://comune.jesi.an.it/articoli/Lassessore-Aguzzi-ha-incontrato-lassessore-regionale-Serenella-Moroder/

L’amministrazione attuale ha preferito lavorare su alcuni ‘grandi’ obiettivi. Il rifacimento della piscina per esempio, con un investimento piuttosto oneroso nel tempo vestito da project financing. Non fosse che in questo caso la struttura non si finanzia con i ricavi – come dovrebbe essere –  ma con un canone pagato dal Comune, o meglio dalle prossime amministrazioni.

L’altro grosso progetto riguardava il palascherma e, come per altre scelte molto propagandate (un’officina per le produzioni teatrali, l’incubatore d’impresa, nuove strutture commerciali, Jesi in progress…) si è puntato tutto sul cavallo che purtroppo si è rivelato quello sbagliato. E cioè il gruppo Maccaferri. In effetti ora il nostro “socio” pare bollito, anche con qualche risvolto penale, per non parlare della questione dell’occupazione, e Jesi deve salvare il salvabile.

Torniamo quindi al palascherma al Cardinaletti. Non che sia essenziale riconoscere da dove vengono delle idee: non sarebbe la prima volta che si raccoglie dove non si è seminato, specie in politica. Ma non ha senso ripartire da zero, per colpa di memoria corta iattanza o altro, là dove c’era già stato un lavoro preliminare. Soprattutto quando quel lavoro, non vorrei sbagliare, è stato frutto del metodo che anche oggi, ne sono certo, sarà quello vincente e cioè il coinvolgimento di risorse esperte e stakeholders.

 

 

 

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Samuele Animali