Facite ammuina. Il secondo consiglio comunale di Giugno

23 Giugno 2018 / By Samuele Animali
Vi raccontiamo il Consiglio comunale del 21 Giugno 2018

La videosorveglianza verrà ampliata. Abbiamo chiesto con un’interpellanza se siano stati effettuati studi sulla sicurezza a Jesi e monitoraggi dei risultati ottenuti fino ad oggi, numero di telecamere installate e costi dettagliati per installazione, esercizio e manutenzione. Ascoltata la risposta del Sindaco ne sappiamo più o meno quanto prima , e cioè che il Comune co-finanzia questa ulteriore tranche di telecamere per 315mila euro e che il commissariato è favorevole e collabora (e ci mancherebbe) . Rimangono ignoti i dati di dettaglio e gli effetti di queste telecamere. Salvo il fatto naturalmente, che giovano alla popolarità degli amministratori in carica. L’unico studio sistematico sulla cosa è stato fatto da TIM per costruire il preventivo. Che è un po’ come chiedere all’oste se il vino è buono.

L’altra nostra interpellanza riguardava la piscina e le disfunzioni che si registrano sotto l’attuale gestione in appalto. Problemi nella clorazione dell’acqua che causano disturbi agli utenti, accesso non sempre garantito o comunque facilitato per le società sportive, un’assicurazione prevista dal bando e stipulata con molti mesi di ritardo (pare che il gestore ne avesse comunque un’altra…). Secondo l’amministrazione (rispondeva l’assessore Coltorti) va tutto bene e non c’è motivo di lamentarsi. Punto. Almeno terranno conto di queste disfunzioni nell’assegnare il prossimo bando?

Il Consiglio, a maggioranza, ha bocciato un ordine del giorno sulla sanità. Jesi in comune sola come non mai al momento della votazione. Si trattava della fedele riproduzione di un documento studiato e proposto dall’Assemblea per la salute pubblica di Jesi e Vallesina. Il Consiglio comunale avrebbe impegnato l’amministrazione a chiedere alla Regione di non approvare ora la PDL 145, che favorisce l’ingresso del privato nella sanità pubblica. E’ motivo di criticità soprattutto il fatto che venga anteposta questa nuova legge, che si occupa delle sperimentazioni gestionali, all’approvazione del piano sanitario regionale, che dovrebbe invece definire le linee guida di sviluppo del sistema sanitario anche per quanto riguarda gli aspetti organizzativi generali. Per questo si chiedeva il ritiro della proposta di legge e non dei semplici emendamenti migliorativi previa sospensione della discussione in aula (peraltro già avvenuta). Anche in considerazione del fatto che attualmente non vi è alcun vuoto normativo, visto che la fattispecie è compiutamente disciplinata dalla legge nazionale.

La maggioranza, sostenuta in questo caso anche dai 5 stelle, ha sostituito l’odg che era stato proposto con una risoluzione “un po’ ruffiana”, come l’ha definita la consigliera Santarelli di Jesi in comune – Laboratorio sinistra, in base alla quale quale l’Amministrazione jesina deve chiedere alla Regione di “sospendere” i processi di privatizzazione e a tutti gli altri soggetti politici, in particolare i parlamentari eletti nel territorio, di “vigilare” su provvedimenti “tali da comportare la privatizzazione” “a scapito dell’efficienza“.

Venerdì 22 c’è stato anche un incontro pubblico per approfondire la questione delle privatizzazioni in sanità e soprattutto contenuti e criticità della Proposta di legge regionale 145. Spiccava l’assenza in sala di esponenti dell’amministrazione comunale e della maggioranza consiliare. Un’occasione di dibattito perduta, dopo che l’aula aveva visto impegnati, oltre al gruppo consiliare di J*ic-#LS che si era fatto portavoce della proposta di Odg, soprattutto il PD, su posizioni sostanzialmente allineate al Governo regionale. L’impressione è che nella maggioranza non vi sia uniformità di vedute sulla questione delle privatizzazioni in sanità.

Le altre pratiche: concessione della civica benemerenza a Luca Bernardi, regolamento su alienazioni e acquisti immobiliari (molte le richieste di chiarimenti soprattutto dai banchi di J*ic-#Ls e del PD), il programma biennale degli acquisti di beni e servizi, l’approvazione definitiva della variante parziale al PRG.

Questa variante era già passata in Consiglio e l’esito dell’ulteriore voto era scontato. Neanche questa volta abbiamo votato a favore perché ci sembra che ad una serie di provvedimenti di grande impatto sulle regole urbanistiche vigenti siano stati dedicati poca pubblicità, poca trasparenza, poco tempo per studiare e discutere durante la fase di costruzione dell’atto. Una modifica importante della variante generale scivolata via come se si trattasse della costruzione della cuccia di un cane.

Alcuni punti all’ Odg del Consiglio sono saltati per vari motivi: l’intervento in aula del dott. Curatola, la proposta di istituire il Consiglio comunale dei giovani, i due punti riguardanti la consulta comunale del turismo. C’è stata invece discussione vera sulle modifiche da apportare al regolamento per l’assegnazione e gestione degli orti urbani, tanto che l’approvazione è stata rinviata per poter prendere atto delle varie proposte emerse dal dibattito.

Nelle proprie comunicazioni il Sindaco ha assicurato che riprenderanno presto i lavori in piazza Colocci e in piazza Pergolesi, mentre nelle prossime riunioni delle Commissioni consiliari si parlerà della sentenza TAR per il benzinaio del centro commerciale Arcobaleno e della liquidazione di Arcafelice e Stu.

Infine una serie di interrogazioni e mozioni riguardava la proposta di interventi in varie zone della città. La discussione si è accesa soprattutto sulla mozione del consigliere Fiordelmondo (PD) per ripulire la fonte del Tornabrocco, e di lì l’attenzione si è spostata anche su altri lavatoi e fonti di valore storico e comunque rilevanti in termini di “cultura materiale”. Mozione naturalmente bocciata dalla maggioranza perché “non ci sono i soldi”.

E se provassimo a rifletterci su, per scoprire che il continuo riferimento alla carenza di risorse è soprattutto un modo per sviare l’attenzione e rifiutare senza tanti complimenti il contributo delle minoranze consiliari? Le opere che una volta si finanziavano con mutui e fondi di bilancio, ora prendono avvio grazie a risorse straordinarie, si tratti di bandi europei, statali o regionali. Il Comune se ne sta servendo giustamente per tutti i lavori che ha condotto in questi ultimi tempi, senza eccezioni. Bisogna essere capaci di progettare, questo sì. E dunque di anticipare i problemi, cosa che permette di pianificare invece di inseguire le emergenze. Ciò non è avvenuto, per esempio, per la scuola Lorenzini, come per il Ponte San Carlo e per tante altre urgenze che l’amministrazione si è trovata a rincorrere.

La costruzione di una scuola poteva magari essere l’occasione per riqualificare una zona più popolare, anziché piazzarla tra le ville unifamiliari. Il centro ambiente si sarebbe potuto spostare da un quartiere densamente abitato. La costruzione di un nuovo ponte in un diverso punto del fiume poteva essere l’occasione per deviare il traffico di attraversamento da due quartieri importanti e ben caratterizzati come Santa Maria e Minonna.

Basta ascoltare un Consiglio comunale per rendersi conto che le proposte non mancano. E in realtà non vengono sistematicamente bocciate perché “non ci sono i soldi“, ma perché l’amministrazione ha altre priorità. Ma non è il Consiglio comunale che fornisce un indirizzo all’amministrazione e definisce le priorità? Se manca la politica, e la tragedia è che taluno se ne fa vanto, gli interventi sono null’altro che un rincorrere il quotidiano o peggio una mano di lifting sulla città o sulla percezione dei cittadini, come lo spostamento delle statue o, per certi versi, la stessa videosorveglianza. E a quel punto, per quanto riguarda il ruolo Consiglio comunale, all’ordine del comandante facite ammuina.

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Samuele Animali