Il Consiglio di Novembre: Piazza Federico II, ponte San Carlo, Progetto Jesi e altro

03 Gennaio 2022 / By Samuele Animali
Report del Consiglio comunale del 25 Novembre 2021

Interrogazioni e interpellanze

Per quanto riguarda gli atti di sindacato ispettivo, la consigliera Cercaci si è occupata di interventi di via Roma e dello sgambamento cani nei pressi del palazzetto; la consigliera Marguccio ha chiesto chiarimenti sull’installazione della pista di ghiaccio e sulle disfunzioni del centro vaccinale; il consigliere Binci aggiornamenti sul ponte San Carlo e sul ponte San Giuseppe. Jesi in comune ha sollecitato lo spostamento del deposito bus da via Staffolo, che era stato preannunciato per la scorsa primavera.

Mozioni

Nella parte dedicata alle mozioni la maggioranza si è soffermata sul “caro bolletta”, chiedendo all’amministrazione di sollecitare l’Anci a sollecitare il Governo per ulteriori interventi. Jesi in comune ha chiesto la revoca della decisione di installare la pista di pattinaggio su ghiaccio e il rinvio del lavori per Piazza Federico II.
Per quanto riguarda la pista di ghiaccio (terreste un congelatore aperto per un mese?) abbiamo evidenziato come tale decisione sia in contrasto con quanto affermato dall’amministrazione di voler promuovere la sostenibilità, il risparmio energetico, la riconversione ecologica ecc. L’amministrazione ha replicato che siccome è stata fatta attenzione in altri casi questa è una “scelta” legittima e che comunque lo fanno anche altri. La proposta di soprassedere e apprestare dell’altro è stata quindi bocciata.
Il rinvio di qualche mese dei lavori su Piazza Federico II, previsti per la prossima primavera, è stato richiesto da Jesi in comune. Ciò in quanto la piazza, tempo permettendo, viene usata per le ore di educazione fisica dalla scuola Martiri, “sfollata” a palazzo Carotti. La scuola non dispone di una propria palestra e tornerà nella sede forse a settembre (altrimenti sarebbe la terza volta che viene disatteso quanto era stato annunciato). Sempre in Piazza Federico II lavorano i commercianti ambulanti che, ora per un motivo ora per l’altro, dalla loro sede naturale vengono ripetutatmente trasferiti a Porta valle, spezzettando il mercato e creando diversi problemi alla viabilità.

Difesa civica. Una digressione.

La trattazione di questo punto 13 dell’ordine del giorno è planata anche su questioni estranee. Il Sindaco, more solito, ha rimproverato Jesi in comune perché non critica gli errori delle “giunte precedenti” (ok, ok, erano brutti e cattivi: ma vogliamo far retrospettiva?). Prendendosi una replica non concessa dal regolamento, ma al Sindaco tutto viene permesso, ha poi attaccato personalmente “il consigliere Animali” in quanto difensore civico dal 2003 al 2005.
Il Sindaco di Jesi non è nuovo a queste entrate a gambatesa, espressione di una concezione troppo agonistica della politica. Non stupisce nemmeno dalle parti della sua maggioranza, così avezze agli appelli alla collaborazione ed alla moderazione, nessuno abbia proferito parola. Ma “la calunnia è un venticello” che alla lunga mette in moto l’immaginazione, per cui una precisazione è opportuna. Quello di difensore civico fu un incarico professionale svolto in maniera dignitosa dagli avvocati che vi si alternarono, in genere fino a quel momento estranei alla politica, talvolta di orientamento opposto rispetto all’amministrazione. L’amico e collega Paolo Marcozzi, per esempio, è stato due volte candidato Sindaco contro “le giunte di sinistra”. Le critiche sono legittime, ma dovrebbero essere fondate sui fatti. Il lavoro svolto dai vari titolari che si sono alternati, del resto, era tutto nero su bianco, ma sono state deindicizzate dal sito del Comune non solo le pagine ma anche le relazioni dei difensori civici.
Che quella sudditanza sventolata dal Sindaco Bacci per buttarla in caciara in realtà non vi fosse è evidenziato anche da altre ragioni. In particolare dal fatto che il difensore civico non ha (non aveva) responsabilità amministrative né era emanazione della Giunta, almeno a Jesi.Veniva eletto a maggioranza qualificata nell’ambito di una terna di professionisti avvocati selezionata in base ad una indagine comparativa sui curricula presentati. Lo stesso Presidente del Consiglio comunale, di cui tutto si può dire mano che abbia simpatie “di sinistra”, ha ricordato che nella commissione tecnica c’era anche lui. Erano altri gli incarichi di diretta emanazione dal potere politico. Per citare ad esempio quelli attribuiti al dott. Bacci, i vertici della ZIPA (da tempo in liquidazione) o di Progetto Jesi. Infine i difensori civici, chi più chi meno, si contrapponevano con continuità alla giunta e facevano delle proposte (in genere poco ascoltate, ma non è una novità).

Per la cronaca anche la mozione sul rinvio dei lavori in Piazza Federico II è stata bocciata.

Le pratiche

Tra le pratiche, oltre all’ennesima variazione del bilancio di previsione con connessa modifica al programma triennale dei lavori pubblici e al programma biennale di acquisto di beni e servizi (variazioni determinate dall’arrivo di finanziamenti in gran parte connessi alla crisi covid), si è votato anche sul ripristino del ponte San Carlo e sulla retrocessione dei beni di progetto jesi.
Per il ripristino del ponte si tratta ancora degli esprori e dell’occupazione di aree funzionali all’installazione del cantiere.
Su Progetto Jesi c’è da notare che l’invenduto è abbastanza consistente. La società di cartolarizzazione ha salvato il bilancio del Comune a suo tempo (giunta Belcecchi mi pare di ricordare), anticipando la liquidità poi arrivata dal progredire delle vendite. Ciò è avvenuto in un momento economico non facile, per cui sono stati venduti molto meglio i terreni che le costruzioni, smantellando anche asset importanti, tipo l’azienda agraria proveniente dalle donazioni ex ipab, che con tutte le sue criticità rappresentava comunque un esperimento di sviluppo sostenibile, tanto per riprendere i temi trattati più sopra. Insomma sono stati venduti i beni pubblici più appetibili e quanto non si è riuscito a liquidare torna nelle mani del Comune. Bisognerà capire se quello che non si è riusciti a fare con lo strumento più agile (la società di cartolarizzazione) potrà essere fatto dall’amministrazione direttamente. Missione impossibile nel perdurare dell’attuale congiuntura, a meno di samguinosi sconti sui prezzi. O se magariper alcuni di questi beni si potrà procedere ad una valorizzazione a vantaggio della collettività e per fini sociali. Il cerino ormai è in man alla prossima amministrazione.

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Samuele Animali