
Jesi ha bisogno di una “Democrazia di Comunità” come metodo di convivenza, dove la corresponsabilità dei cittadini e delle cittadine e degli amministratori e amministratrici siano fortemente legate tra loro.
Per fare questo è necessario ripensare gli strumenti di partecipazione della cittadinanza. Anzitutto vanno istituiti dei consigli di quartiere (sulla falsariga delle vecchie circoscrizioni), che siano realmente rappresentativi del contesto economico e sociale interessato e che abbiano la capacità di portare in Consiglio comunale le problematiche e le proposte provenienti dalle persone che abitano nelle varie zone della città.
Va rivisto anche il funzionamento del referendum, per renderlo attuabile ogni qualvolta ce ne sia bisogno. Inoltre è necessario che a Jesi si inizi a realizzare il bilancio partecipato, per rendere davvero protagonisti i cittadini e le cittadine delle scelte dell’Amministrazione.
La città è di chi la vive, nessuno escluso: l’Amministrazione comunale non può pensare che una volta ottenuto il voto sia giustificata a prendere qualsiasi decisione senza il confronto con i cittadini e le cittadine.
#Jesièditutte
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#scegliJesiinComune
