Il Consiglio comunale del 16 settembre 2021
Coapa
Jesi in comune ha presentato un’interrogazione avente ad oggetto le problematiche sollevate dai residenti della zona Coapa. Una serie di segnalazioni dettagliate e corredata da documentazione e proposte di soluzione. Si parla di viabilità, sicurezza (es. mancanza di marciapiedi, caditoie non custodite) e riqualificazione del verde, affidata ancor oggi, alla buona volontà di qualche residente. C’era stato anche un incontro con gli assessori competenti, che però si è risolto in un nulla di fatto, visto che a distanza di mesi nessun provvedimento è arrivato, nemmeno la manutenzione ordinaria. In Consiglio l’assessore Renzi ha precisato che marciapiedi e piste ciclabili sono in programma e che il verde presente in zona è un bosco urbano e non un parco pubblico. Ma sul resto ha ripetuto le stesse rassicurazioni generiche di qualche mese fa.
Afghanistan
Jesi in comune ha anche presentato una Mozione con la quale l’amministrazione, anche aderendo ad un appello dell’Anci, si impegna a prestare la massima collaborazione ed a sensibilizzare le istituzioni (Governo e Regione in primis, sempre auspicando un coinvolgimento europeo) a potenziare le capacità di accoglienza proprie del sistema SAI (ex SPRAR, ex SIPROIMI); e comunque a garantire le più appropriate forme di protezione materiale e giuridica alle persone in fuga dall’Afghanistan e a quelle di nazionalità afgana già presenti sul territorio europeo e bisognose di supporto ora più che mai.
Nonostante qualche distinguo durante la discussione, la Mozione è stata approvata pressoché all’unanimità (unico voto difforme quello della consigliera Cercaci).
Soldi che non ci sono… anzi…
Il Sindaco ha comunicato che stanno arrivando altri finanziamenti statali che verranno destinati a interventi nelle scuole e sulle barriere architettoniche, oltre che per il ponte del cavalcavia. In questa fase, a differenza di quel che si è sempre detto fin qui, “i soldi ci sono” e sarebbe un peccato non riuscire ad intercettarli ed impiegarli secondo delle priorità individuate nell’interesse della città tutta (e non di chi è più vicino alle leve del potere). Utilizzarli cioè per gli importanti progetti di rilancio e di recupero di cui la città ha bisogno e senza i ritardi che hanno caratterizzato le ultime opere realizzate (carcerette, corso e piazze…), in via di realizzazione (lorenzini, martiri torre erap) o, almeno per ora, rinviate (area ex ospedale, Sant’Agostino, San Martino, Porta Valle e Campo Boario, Ponte San Carlo, Ponte Granita, Palascherma solo per fare qualche esempio).
Ponte San Carlo
E proprio del Ponte San Carlo si è ragionato diffusamente durante il Consiglio comunale, perché è di pochi giorni fa la notizia che i costi ipotizzai inizialmente sono addirittura raddoppiati. E come tutti possono constatare la demolizione e ricostruzione è già in ritardo prima di cominciare. Ha inciso pesantemente l’aumento parossistico dei prezzi dell’acciaio, che è il materiale scelto per la nuova struttura. Ma, all’apparenza, stiamo anche scontando gli errori, le approssimazioni e le indecisioni che hanno caratterizzato le decisioni dell’amministrazione al riguardo.
Lo slittamento del cronoprogramma, peraltro, fa sì che probabilmente sarà il prossimo Sindaco a dover gestire la parte più impopolare della faccenda, e cioè l’isolamento forzato della parte sud della città per un anno e mezzo almeno. Cosa che non sarà poi così sgradita agli amministratori attuali che a un certo punto avevano temuto di ritrovarsi a gestire la campagna elettorale con le braghe calate, ovvero con il ponte già demolito e ancora lontano dall’inaugurazione.
Per inciso, le somme occorrenti a far fronte all’aumento dei costi vengono stornate dal mutuo acceso per piazza della Repubblica e coperte da un anticipo sulla liquidazione di progetto Jesi, che in più di un’occasione si è dimostrata un utile salvadanaio per questa amministrazione. Ma dimostrano anche una volta di più che lo “sbecco” dell’eredità Morosetti è una pia illusione. In realtà l’operazione di spostamento della fontana, come abbiamo detto più volte, è ben più costosa di quanto è stato detto, perché per far magicamente apparire un ulteriore tesoretto disponibile nell’immediato (il mandato è ormai agli sgoccioli…) sono stati ignorati i costi di rifacimento delle due piazze. Che saranno a carico dei bilanci dei prossimi anni e comporteranno una spesa di gran lunga superiore al lascito ereditario.
Ma torniamo al ponte San Carlo. Per dire che in questo momento ci si rende meglio conto (ma l’avevamo fatto notare in tempi non sospetti, salvo essere accusati di disfattismo e scorrettezza) che al momento della decisione è mancata la quantificazione della “convenienza”. Presunta convenienza economica che però è stata assunta come ragione determinante della scelta della ricostruzione in loco, a fronte delle altre due ipotesi che non sono state prese in considerazione con calcoli quantitativi, e cioè la riparazione del manufatto esistente e la costruzione di un secondo ponte.
Anche perché vi sono costi che incredibilmente non sono mai stati quantificati, per esempio in termini di inquinamento per i lunghi giri che dovranno effettuare, e stanno già effettuando nel caso dei mezzi pesanti, cittadini ed operatori economici. Inoltre il tempo perduto, ed i costi di carburante,, senza contare il mero disagio, questo sì difficilmente quantificabile ma sicuramente rilevante. Vi sarà probabilmente anche qualcuno che rinuncerà proprio a recarsi a Jesi (per scuola, lavoro, acquisti…), optando per altre cittadine limitrofe più facilmente raggiungibili.
Il ritardo ha anche contraddetto la fretta con la quale si sono volute giustificare le procedure d’urgenza e semplificate; e forse ha anche determinato l’inusuale carenza di offerte alternative a quelle dei soggetti che in varie vesti hanno gestito tutta la faccenda finora-
Rileggendo la relazione tecnica, per altri versi pregevole, si vede che il manufatto non era affatto ammalorato, come qualcuno ha detto, né così compromesso da rendere impossibile una più veloce ed economica riparazione. Gli stessi modelli matematici prospettati nella relazione tecnica, pur in assenza di prove di carico (anche questo un punto che continua a destare perplessità) avrebbero consentito di calcolare efficacemente modalità e costi, e dunque eventuali risparmi, di un’operazione di riparazione alternativa alla demolizione e ricostruzione.
Se d’altra parte non al risparmio si fosse voluto puntare, ma alla funzionalità dell’opera, andava quanto meno preso in considerazione quanto già previsto nel PRG, che invece è stato ignorato, e cioè la costruzione di un ponte alternativo agganciato direttamente alla viabilità principale (l’asse Superstrada-via Marco Polo), bypassando il quartiere residenziale di Minonna. Vero è che ciò avrebbe costretto a costruire due bretelle stradali, una all’altezza del Tiro a segno, l’altra di collegamento con l’uscita della ss76. Ma forse la spesa non sarebbe stata tanto più elevata, considerando che si sarebbero risparmiati i costi di demolizione, ben potendo l’attuale ponte San Carlo essere convertito in pista ciclabile o comunque destinata ai mezzi leggeri.
Probabilmente è troppo tardi per cambiare le carte in tavola a fronte dei finanziamenti esterni già promessi (Stato, Regione e Provincia). Ma pare scorretto, specie in tempo di campagna elettorale, rifiutare una riflessione supportata da dati quantitativi ed oggettivi sulla bontà e tempestività delle scelte al riguardo, dando la sensazione voler nascondere al polvere sotto il tappeto.
Caso Cercaci
Ricordate la Consigliera comunale che durante una commissione si è sventolata, a favore di telecamera, con una riproduzione della bandiera della repubblica di Salò? Era a fine luglio e il gesto è finito su tutti i media locali e nazionali. Ne era scaturita una richiesta di dimissioni, venuta prima dalle opposizioni di sinistra, poi, vista la mala parata, anche dalla maggioranza.
Considerato che altrimenti ci sarebbero gli estremi del reato, la Consigliera si è difesa parlando di un gesto involontario (del resto, chi di noi non ha una bandiera di Salò sulla scrivania? J). Volente o nolente, peraltro, la nostra si è anche fatta una discreta pubblicità all’indirizzo dei parecchi nostalgici ringalluzziti dallo pseudofascismo montante su tutti i media e dai successi elettorali ottenuti.
Nelle successive dichiarazioni, in effetti, non c’è traccia delle sue scuse, di cui in un primo momento si era fatto scudo il Sindaco Bacci minimizzando l’accaduto. La nostra si è anzi lamentata di essere vittima di un “linciaggio mediatico”. Questo perché Jesi in comune ha raccolto la segnalazione dell’episodio che altrimenti sarebbe passato inosservato. Inosservato a dispetto della nostra Costituzione, che nasce dal ripudio della violenza politica elevata a sistema (per non parlare d’altro), di cui la Repubblica di Salò, complice dei nazisti, è stata massima espressione.
La Consigliera Cercaci è però anche esponente di spicco e membro del direttivo del partito “civico” a guida di una maggioranza e di un’amministrazione che si sono trovate sempre a disagio quando si è trattato di fare i conti con l’antifascismo o anche solo di nominarlo o sentirlo nominare, specie in occasione delle commemorazioni ufficiali (da ultimo per i martiri del XX giugno).
Per farla breve, alla fine Chiara Cercaci non si è dimessa, ma ha solo lasciato il suo gruppo consiliare. Su un punto ha senz’altro ragione: tutti sapevano (e sapevamo) delle sue simpatie politiche, perché non le ha mai nascoste. Che (soltanto) ora ciò metta in imbarazzo la maggioranza sedicente civica è (soltanto) segno che le elezioni si avvicinano. A fronte degli esponenti di maggioranza già simpatizzanti e via via arruolati nelle file della destra, compreso il comandante in capo, i più hanno invece bisogno di rifarsi una verginità politica. Di qui la tardiva richiesta di “dimissioni” alla consigliera che ha risposto con un elegante marameo. Facendo notare di esser sempre stata coerente a differenza dei suoi compagni (pardon!) di strada.
Si spiega così anche la sua iniziale reticenza a dichiarare la formale appartenenza alla minoranza. A precisa domanda del nostro gruppo consiliare, a fronte del silenzio dell’interessata e ferma l’esigenza di stabilire la consistenza formale della maggioranza, Segretario comunale e Presidente del Consiglio hanno dato indicazioni non univoche (in Commissione il 14 settembre scorso). Alla fine la stessa Consigliera Cercaci ha avuto la bontà di comunicare la sua scelta, dichiarando di aderire al gruppo misto e alla minoranza.
A questo punto i consiglieri di minoranza da 9 che erano, all’indomani delle elezioni, sarebbero diventati 11, insidiando sulla carta i numeri del Sindaco che ufficialmente può contare “solo” su 13 voti, oltre al suo. Di fatto Bacci non ha di che preoccuparsi, in quanto la Cercaci continua coerentemente a sostenere la maggioranza che ha contribuito a mettere in sella. Così, del resto, anche la Consigliera Gregori, oggi di Forza Italia, che pur essendo formalmente all’opposizione si allinea spesso e volentieri (e del tutto legittimamente, s’intende). E a differenza del buon Giampaoletti, che invece dalla maggioranza è uscito sbattendo la porta.
Per onor di cronaca, visto che anche questa notizia era diventata di pubblico dominio, si può osservare che, non ha fatto una piega nemmeno il Consigliere Angeletti (Jesiinsieme, sempre maggioranza). Dopo che gli è sfuggita un’imprecazione a microfoni aperti, se l’è cavata con le scuse di circostanza. Già in precedenza avevamo ascoltato degli epiteti in streaming e assistito in verità anche ad altri comportamenti non appropriati. Ma a leggere il web pare che questo specifico episodio non sia unicum nel panorama delle nostre istituzioni locali. A Jesi tutto viene liquidato con un imbarazzato silenzio e forse è meglio così. Non è andata altrettanto liscia ad una leghista di Arona, che il 16 settembre scorso, sempre per colpa di un’imprecazione, ha finito per doversi dimettere dal Consiglio comunale.
La seduta del Consiglio comunale (indicizzata) può essere rivista, in tutto o in parte, a questo indirizzo: https://webtv.comune.jesi.an.it/live119-Consiglio-Comunale.html
About The Author
Samuele Animali